DELLA POSTA

« Posui ori meo custodiam ut non delinquam inter coetera vivens »

DELLA POSTA

Famiglia originaria del Molise, godette nobiltà in Napoli, fuori seggio, e a Foggia. Fu ricevuta per giustizia nell’Ordine Costantiniano e nel S.M.O. dei Malta nel 1774. Il nome dei della Posta deriverebbe dalla terra di Posta o castello della Posta (diocesi di Chieti) di cui Francesco I (+ 1276) era titolare feudale, oltre a Palata e Terrabruna in Abruzzo.

Ed é proprio con Francesco I, di probabile origine francese / provenzale, che inizia l’ascesa sociale dei della Posta, quando Carlo I d’Angio’, Re di Napoli, gli concede, nel 1269, il feudo di Capracotta. Il figlio di Francesco I, Gentile aggiunge, a quelli paterni, i feudi di Roccaspinalveti, Montemiglio e S. Mauro di Civitella. Il figlio di Gentile, Bartolomeo, consolida il patrimonio familiare : qualificato « milite devoto », ottiene da Carlo I altre concessioni feudali, quali Civitavecchia, Borrello e Collestefano.

Da notare il personaggio di Francesco, detto « Fantauzzo », Generale della cavalleria cesarea sotto Ferdinando I, Re d’Aragona e l’Imperatore Carlo V, nel 1506.

Con Scipione I, i della Posta si trasferiscono a Frosolone, nel quartiere di S. Leonardo, anche detto « il Borgo ». All’epoca era Barone di Frosolone Francesco Marchesano, la cui figlia, Isabella, sposo’ proprio Scipione I della Posta. I loro due figli, Simone I e Graziano II danno origine ai quattro principali rami della famiglia della Posta.

Da Simone I discendono i Baroni di Vulgano (seu Schifara) e i Baroni (nel 1698) poi Duchi di Grottaminarda (nel 1716).

Da Graziano II discendono i Baroni di Molise e i Baroni (nel 1697) poi Duchi di Civitella Alfedena (nel 1715).

Da notare il ruolo culturale a Foggia dove l’attività teatrale e più genericamente musicale, fu sempre patrocinata dai ceti mercantili (i De Angelis) ed armentari (i della Posta di Civitella Alfedena) con il maestro di cappella e l’organista che vivacizzavano il mondo ecclesiastico.

Il ramo dei Baroni di Vulgano si estingue con due sorelle, Giovanna, 3° Baronessa di Vulgano, e Romana che sposano due cugini, rispettivamente Domenico « Seniore », 1° Barone di Civitella Alfedena, cui passa il titolo baronale, e Giovanni Battista, 1° Barone di Grottaminarda.

Pietro, 4° Duca di Grottaminarda , vendeva il feudo il 16.04.1729, riservandosi però, espressamente il titolo ducale, e con lui si estingue il ramo dei Duchi di Grottaminarda.

L’ultimo titolare dei Baroni di Molise, prima dell’eversione della feudalità nel 1806, fu Filippo della Posta, vissuto nel XIX sec., durante il periodo della restaurazione borbonica e delle repressioni del brigantaggio. La famiglia della Posta-Covelli, alla quale passo’ il titolo baronale, si è estinta nel 1945 con la morte di Camilla, Baronessina di Molise.

Il ramo dei Duchi di Civitella Alfedena si estingue di fatto con Carlo, 8° Duca, (+ 1983). Per salvaguardare il casato Carlo adotta un pronipote, Marco Theodoli, che assume il nome della Posta, le armi ed il titolo, diventando cosi’ il 9° Duca di Civitella Alfedena.

Titoli e Feudi dei della Posta

Baroni (1697) poi Duchi di Civitella Alfedena (13.02.1715), Baroni (17.11.1698) poi Duchi di Grottaminarda (16.01.1716), Baroni di Rocca Intramonti (feudo associato a Capracotta) e di Vulgano (seu Schifara) (15.07.1677), Baroni di Frosolone 1698-1734, Signori di Capracotta 1269-1381, di Castelverrino (all’epoca Castelluccio d’Agnone e Santa Lucia di Verrino) 1326, di Duronia (Civitavecchia) 1276, di Molise (della Posta-Covelli) 1696, di Montemitro 1276, di Palata 1269-1367, di San Felice del Molise 1321, di Torrebruna d’Abruzzo.

Lo stemma della Posta

« d’azzurro alla fascia di rosso indivisa accompagnata nel capo da un cavallo corrente, sul quale pende nel canton sinistro una cornetta d’argento, e nella punta un cane d’argento poggiato sul medio e più alto di tre monti di verde fissante una stella d’argento di sei raggi posta nel canton destro del capo »

Diploma dell'imperatore Carlo VI

Con firma autografa 'Yo el Rey'.

Concessione del titolo di Duca di Civitella Alfedena al barone Scipione della Posta figlio di Domenico Seniore.

13 febbraio 1715, Vienna

Documento pergamenaceo (mm 285x197) manoscritto a inchiostro nero. 6 carte legate tra loro da antico spago. Testo in latino.

(Venduto 1000 €, Casa d’Aste Gonelli, 08.04.2016)

I

Francesco I DELLA POSTA,

Signore della Terra della Posta,

Signore di Capracotta 1269, di Palata 1269, di Torrebruna d’Abruzzo,

(+ 1276)

I

Gentile DELLA POSTA,

Signore di Capracotta, di Duronia 1276, di Montemitro 1276,

I

Bartolomeo DELLA POSTA,

(v. 1292),

Signore di Capracotta, Signore di Duronia

I

Alessandro DELLA POSTA,

Milite, Signore di Capracotta,

& Pinadellla BUONI

I

Gentile DELLA POSTA,

(v. 1308),

Signore di Capracotta,

I

Francesco III DELLA POSTA,

(v. 1331),

Signore di Capracotta,

& Ricciardina DELLA POSTA

I

Simone I DELLA POSTA,

(+ 1367),

Maestro Ostiario di Roberto I Re di Napoli,

Signore di Capracotta,

Signore di Castelverrino 1326, di San Felice del Molise 1321,

I

Cristoforo (Cristofano) DELLA POSTA,

(+ 1384),

Ciambellano di Giovanna I, Regina di Napoli

I

Agapito DELLA POSTA,

I

Simone II DELLA POSTA,

(v. 1415),

Ciambellano di Ladislao Re di Napoli

I

Francesco IV DELLA POSTA,

& Porzia MELOGLIA

I

M DELLA POSTA,

I

Francesco “Fantauzzo” DELLA POSTA,

Generale della Cavalleria Cesarea 1507,

& Aloisia CAPECE VARAVALLO,

Nobile di Napoli

I

Graziano I DELLA POSTA,

& Antonella SANFRAMONDO,

Nobile di Napoli

I

Scipione I DELLA POSTA,

& 1594 Isabella MARCHESANO,

dei Baroni di Frosolone e di Roccacinquemiglia

I

Graziano II DELLA POSTA,

(v. 1621),

& Porzia MELOGLIA

I

Francesco DELLA POSTA,

& Claudia MANCINI

I

Domenico « Seniore » DELLA POSTA,

(n. 1648, + 1697),

1° Barone di Civitella Alfedena 1697,

& 1680 Giovanna DELLA POSTA,

3° Baronessa di Vulgano

I

Scipione III DELLA POSTA,

(+ 1742),

2° Barone poi 1° Duca di Civitella Alfedena 13.02.1715,

4° Barone di Vulgano,

& 1740 Livia FILANGIERI DE’ CANDIDA,

(n. 1720c.)

Patrizia di Lucera

I

Domenico « Juniore » DELLA POSTA,

(n. 1741, + 1788),

2° Duca di Civitella Alfedena, 5° Barone di Vulgano

& 1765 Maria Teresa LANDI,

(n. 1748c.)

dei Conti di Caselle e Marchesi di Chiavenna

I

Pietro DELLA POSTA,

(n. 1773, + 1815),

3° Duca di Civitella Alfedena, 6° Barone di Vulgano,

& 1805 Maria Luisa CARIGNANI,

(n. 1789, + 1822),

dei Duchi di Novoli

I

Augusto I DELLA POSTA,

(n. 1813, + 1890),

4° Duca di Civitella Alfedena, 7° Barone di Vulgano,

& 1834 Margherita CARIGNANI,

(n. 1815, + 1891),

dei Duchi di Novoli,

I

Augusto II DELLA POSTA,

(n. 1849, +1817),

5° Duca di Civitella Alfedena, 8° Barone di Vulgano,

& 1884 Beatrice ARNOULD,

(n. 1861, + 1942),

dei Baronetti Arnould

I

Augusto III DELLA POSTA,

(n. 1890, + 1970),

7° Duca di Civitella Alfedena, 9° Barone di Vulgano,

& 1915 Maria Bianca GALLONE,

(n. 1895, + 1982),

10° Principessa di Tricase, 7° Principessa di Moliterno

I

Simonetta DELLA POSTA,

(n. 1916, + 1986),

dei Duchi di Civitella Alfedena,

& 1939 Aldo GUERRI DALL’ORO,

(n. 1913, + 2004),

Conte Guerri dall’Oro

I

Guido GUERRI DALL’ORO GALLONE,

(n. 1941, + 2019),

Conte Guerri dall’Oro, 11° Principe di Tricase, 8° Principe di Moliterno

& 1971 Jeanine SCHNEIDER,

(n. 1945)

I

Simon GUERRI DALL’ORO GALLONE,

(n. 1985),

Conte Guerri dall’Oro, 12° Principe di Tricase, 9° Principe di Moliterno,

& 2017 Coline MOREL,

(n. 1986)

I

Léon GUERRI DALL’ORO GALLONE,

(n. 2018),

Conte Guerri dall’Oro, 13° Principe di Tricase, 10° Principe di Moliterno,

I della Posta, feudatari e « armentari »

La transumanza delle greggi / armenti di pecore, dall’Abruzzo al Tavoliere della Puglia, risale all’antichità poiché la pastorizia nomade veniva già praticata dai Sanniti, prima della fondazione di Roma. La morfologia del terreno, la qualità del foraggio e il clima mite consentivano ai pastori di scendere verso la Puglia lungo le « publicae calles », sentieri erbosi comunemente detti « strade armentizie ».

Su queste strade i pastori godevano del libero passaggio e del pascolo gratuito : tali privilegi erano detti « tractoria » (nei Codici di Teodosio e di Giustiniano) quindi « tracturi ». Per estensione furono chiamati « tratturi » i sentieri o cammini devoluti alla transumanza e originati dal passaggio e dal calpestio degli armenti. La larghezza dei principali « tratturi » era superiore a 100 m per permettere il passaggio simultaneo di migliaia di animali.

Gli Aragonesi regolamentarono il sistema tratturale con la « Dogana delle pecore », ufficialmente « Regia dogana della Mena delle pecore », istituita a Lucera nel 1447 dal re Alfonso I d'Aragona, e presto trasferita a Foggia.

Questa istituzione regolamentava la « mena » (la conduzione) della transumanza nelle stagioni fredde, verso sud, dall’Abruzzo fino al Tavoliere della Puglia, con la riscossione dei proventi derivanti dai diritti di transumanza e di pascolo (o fida). Nel 1532, il dispositivo fu completato nel 1532 con l'istituzione della « Doganella d'Abruzzo » che regolava la pastorizia, nei mesi caldi, dalla Puglia verso i pascoli montani dell’Appenino centrale.

In cambio dell’uso dei pascoli del Tavoliere, e dietro pagamento di una discreta tassa a favore del fisco, i « locati » (i grandi proprietari che che fruivano dei terreni a pascolo) ricevevano protezione dal governo anche lungo il percorso della transumanza, che si snodava lungo i « tratturi ». Su questi percorsi armentizi si incontravano campi coltivati, piccoli borghi dove si organizzavano le soste, dette « stazioni di posta », masserie, chiese rurali, icone sacre, pietre di confine o indicatrici del tracciato.

La « Dogana » assicurava uno dei principali cespiti dell'erario del Regno di Napoli e questo regime protezionistico in favore del demanio armentizio durò fino al 21.05.1806, quando, con le leggi eversive della feudalità, Giuseppe Bonaparte smembrò il sistema tratturale e i pascoli del Tavoliere ad esso sottomessi.

I della Posta, feudatari con importanti latifondi, avevano anche una notevole attività armentaria (pastorizia) che assicurava alla famiglia un cospicuo reddito. Ma, all’inizio del Settecento, non mancarono le controversie tra i coltivatori (principalmente cerealicultori e Pugliesi) ed i pastori (essenzialmente Abruzzesi) sull’uso delle terre agricole (coltivazioni o pascoli).

Come esempio basta accennare alle difficoltà significative dei della Posta nel mondo pastorale molisano per una controversia del 1713 intorno agli erbaggi demaniali di Frosolone, che i vassalli, tra i quali i ricchissimi D’Alena, rifiutarono di mettere a coltura, con una intransigenza armentaria che rispecchia bene il contemporaneo sviluppo della pastorizia e l’emergenza di un ceto civile e proprietario. Tale conflitto si verifica anche nel Tavoliere della Puglia, dove i della Posta, Duchi di Civitella e di Grottaminarda, hanno sottratto ai Brancia il feudo di Vulgano, una delle grandi distese aziendali seminative esentate dal pascolo.

Tratturo nel Molise

Il feudo e la masseria di Vulgano

I della Posta riuscirono ad acquistare, dai Brancia, il feudo « rustico e non nobiliare » di Vulgano, vicino Foggia, con l’estensione disabitata di Schifara e ne fecero una « posta fissa » sul percorso di un « tratturo ».

Le « poste fisse » erano quelle poste occupate ogni anno, per concessione sovrana o del Tribunale della Regia Camera, sempre dallo stesso « locato », generalmente un grande feudatario o un ente religioso, il quale, sicuro del godimento annuale della medesima posta, vi aveva costruito una grande masseria, coprendente un'abitazione padronale ed altre costruzioni per ricoverare uomini, animali, attrezzi agricoli e vettovaglie.

« Masseria di pecore » dei Magnifici Baroni della Posta


Postafissa dell'Illustrissimo Duca della Civitella, sita nel principio di Locazione di Casal Nuovo di Tre Santi detto Schifara medio corso antico di Vulgano, che divide il Feudo di tale denominazione della Locazione Suddetta

(Carta geografica tratta da un volume del 1700 incisa in rame da Filippo De Grado "Neapolitano" riguardante il Feudo del Duca di Civitella Alfedena in Puglia)