GALLONE
“Nunc et semper”
GALLONE
Una « Genealogia della Famiglia Gallone » del 1765, manoscritta, menziona tre "sacerdoti greci" (Don Clemente, padre di Don Cesario, a sua volta padre di Don Mariano) venuti in Terra d'Otranto vers il 1240. Si menzionano anche due documenti dell'Archivio di Napoli (distrutto nel 1943) : nel primo (Registro di Carlo I, anno 1291, Libro A, foglio 258) é citato un « dominus Johannes Gallonus de Ciplo, miles notatur possidere feuda in Summa », nel secondo (Registro di Re Roberto, anni 1339 e 1340, Libro B, foglio 168) altri Gallone, « persone molto onorate ».
I GALLONE sono probabilmente di origine cipriota, giunti in Italia al seguito di Ugo III di Brienne che aveva ereditato beni nell'isola per la madre, Maria di Lusignano.
Nella bozza di una supplica avanzata al re da Giuseppe Gerardo Gallone (1766-1806), 6° Principe di Tricase, questi afferma che i suoi antenati hanno servito gli Angioini (sin dal 1284) e in seguito gli Aragonesi, che le prove di quel che dice si trovano nel Gran Archivio delle Regia Camera della Zecca di Napoli e che pertanto chiede di essere ammesso «fra li gentiluomini della Camera in esercizio».
Don Mariano sarebbe il padre di Angelo I (+ 1546), prima figura provata e capostipite della familia, sposato con Graziosa Mecchi+, appartenente ad una familia benestante tricasina.
Fin dalla metà del XVI° secolo i Gallone appaiono stabilmente insediati a Tricase con i figli di Angelo I, i Baroni Stefano I (+ 1586) e Alessandro I (+ 1589), ricchi commercianti d’olio che riescono ad acquistare il feudo di Specchia Minervino (poi chiamato Specchia Gallone), all’epoca strutturato come una grossa masseria agrícola.
Le attività dei Gallone sono molteplici, dalla produzione olearia e l’investimento agrario al credito finanziario e all’aumento del capitale, il tutto con un’oculata política ereditera e patrimoniale.
I possedimenti sono considerabilmente ampliati, con l’acquisto dei feudi di Tiggiano e Caprarica del Capo da Alessandro I, quindi l’espansione delle propriétà terriere dei Gallone continua con suo figlio, Giovanni Angelo II (1572, + 1616), 3° Barone di Tricase, che acquista il feudo di Depressa e ottiene parte del feudo di Tutino per il suo matrimonio con Silvia Trane dei Duchi di Scorrano.
Alla morte prematura del 4° Barone, Alessandro II (1598, + 1623), succede il fratello, Stefano II (1601, + 1662), che porta al termine l’opera dei suoi predecessori mirante all’accrescimento dei dominio, al consolidamento del potere e all’ascesa della Casata che culmina con lo “status” di Principe, titolo concesso nel 1651 da Filippo IV, Re di Spagna.
Come avviene questo salto sociale, da Barone (anche se molto ricco) direttamente a Principe ? E probable che questa “promozione” sia da mettere in relazione con una proficua operazione finanziaria nell’ambito della política del Viceré di Napoli.
Le necessità annonarie, le spese militari, la dispendiosa vita di corte e la riduzione della pressione fiscale nei confronti del popolo portarono i governanti ad appoggiarsi al ceto mercantile e capitalista che verso la meta del XVII° secolo acquistava importanza nella política económica e finanziaria del regno di Napoli. Bisognava, inoltre, premiare i baroni che conservavano fedeltà allá Corona.
Stefano II possedeva tutti i requisiti necessari : feudatario fedele, possedeva, a Napoli, varie agenzie mercantili e solidi capitali proveniente sia da redditi commerciali sia da prestiti concessi mutuo.
Personaggio centrale per la storia dei Gallone, Stefano II riesce, nel giro di venticinque anni, ad ottenere il baronato di Tiggiano (1627), l’importante casale di Supersano (1640) con il Bosco del Belvedere (12.000 ettari) , il casale di Caprarica dl Capo (1644), il feudo di Salve (1648), il resto del feudo di Tutino (1648), il feudo di Miggiano (1660) e parte del feudo di Nociglia (1662).
A Stefano II succede il figlio, Alessandro III (1638, + 1675), 2° Principe di Tricase, che completa l’acquisto del baronato di Nociglia nel (1663), e a questi il figlio, Stefano III (1666, + 1733), 3° Principe di Tricase, già orfano di madre e ancora minorenne alla morte del padre e dunque sotto la tutela dello zio Carlo Gallone, Abate di Caprarica del Capo e fondatore della Chiesa di Sant’Angelo a Tricase.
Stefano III trascorre la sua adolescenza a Napoli e lo zio Carlo riesce a combinare, nel 1681, un vantaggioso contratto matrimoniale del quindicenne Principe con Giovanna Teresa Colmenero de Andrade, figlia di un alto ufficiale dell’Esercito spagnolo, Governatore di Vercelli, e di Giovanna Arborio dei Marchesi di Gattinara, ricchissima esponente dell’aristocrazia piemontese alla Corte dei Savoia.
Ben presto la giovane Giovanna Teresa prende il sopravvento nella gestione patrimoniale dei Gallone et nel 1695 Stefano III cede alla moglie i feudi di Supersano, Torricella e Floresta e assicura a suo figlio Francesco Alessandro (1684, + 1753) i diritti di erede designato, come 4° Principe di Tricase.
Dopo la morte di Giovanna Teresa, nel 1703, Stefano III si risposa con Lucrezia di Capua, appartenente ad una antica e nobile familia partenopea, e si trasferisce da Napoli a Tricase. Ormai lo “status” sociale dei Gallone, con prestigiose alleanze matrimoniali, é ben affermato nell’alta nobiltà napoletana e piemontese (una figlia di Stefano III, Deodata, sposa um membro della potente familia piemontese dei Natta d’Alfiano).
Ma la situazione economica si degrada, sia per le ingenti spese che occasiona la vita napoletana, sia per l’incuria di Stefano III, uomo molto religioso e più propenso a lavori letterari. Nel 1700 il feudo di Specchia Gallone é perso, quindi, nel 1733, é la volta dei feudi di Andrano, Tricase, Caprarica del Capo e Nociglia. Il Principe Francesco Alessandro ristabilisce, in parte, la situazione prendendo in mano saldamente l’amministrazione del patrimonio.
Alla norte, senza eredi, di Francesco Alessandro, gli succede, come 5° Principe di Tricase, il fratellastro, Giuseppe Domenico (1706, + 1766) e a questi il figlio, Giuseppe Gerardo (1766, + 1806), 6° Principe di Tricase, nato lo stesso anno della morte del padre e dunque sotto la tutela della madre, Beatrice Sersale dei Marchesi Sersale, fino alla sua maggiore età.
Dopo la sua emancipazione, Giuseppe Gerardo restaura le attività finanziarie delle sue agenzie (essenzialmente i prestiti alle grandi Casate napoletane) e nel 1796 sposa, in seconde nozze, Maria Emanuela Pignatelli, stipulando contratti d’ipoteca sui beni del fratello di Maria Emanuela, Girolamo III Pignatelli, 3° Principe di Moliterno e 5° Principe di Marsiconovo, coperto di debiti e caduto in disgrazia política. Giuseppe Gerardo ricupera cosi’ i feudi di Moliterno e di Marsiconovo con l’annesso e prestigioso titolo principesco.
Il successore di Giuseppe Gerardo, Giovanni Battista (1800, + 1868), assume i titoli di 7° Principe di Tricase, 6° Principe di Marsiconovo e 4° Principe di Moliterno. Il figlio ed erede di Giovanni Battista, Giuseppe (1819, + 1898), già nominato dal padre Conte di Nociglia, diventa nel 1868 8° Principe di Tricase, 7° Principe di Marsiconovo e 5° Principe di Moliterno, ed ha un ruolo importante nella política napoletana diventando Senatore del Regno d’Italia, dopo la caduta dei Borbone di Napoli e l’avvento dei Savoia.
Malgrado il matrimonio di Giuseppe con Maria Antonia Melodia dei Baroni di San Pietro in Melicozza, ricchissima ereditiera in Terra di Bari, la situazione económica dei Gallone periclita, sotto gli effetti della legge francese del 1806 sull’eversione della feudalità e del mal governo degli ultimi Principi, più attirati dalla vita mondana napoletana che dalla gestione delle proprietà terriere.
Il successore di Giuseppe, Pietro Giovanni Battista (1855, + 1931), detto “Gino”, 9° Principe di Tricase, 8° Principe di Marsiconovo e 6° Principe di Moliterno, grande animatore delle festività partenopee, segue le orme dei suoi predecessori, dilapidando il patrimonio familiare con numerose alienazioni e divisioni di beni (cede il titolo di Principe di Marsiconovo allá sorella Maria Bianca, sposata con il Barone Compagna).
Da notare l’abilità fraudolenta dei vari agenti, procuratori, fattori e contabili che danno luogo a frequenti battaglie legali con gli interventi di avvocati anch’essi abili al lucro.
La Casata dei Gallone si estingue con l’unica figlia di Pietro Giovanni Battista, Maria Bianca (1895, + 1982), 10° Principessa di Tricase e 7° Principessa di Moliterno, che sposa Augusto III della Posta, 7° Duca di Civitella Alfedena.
La loro figlia unica, Simonetta della Posta dei Duchi di Civitella Alfedena (1916-1987), sposata con Aldo Guerri dall’Oro (1913-2004), ottiene con un provvedimento nobiliare (“motu proprio”) di Re Umberto II, il 19 novembre 1967, il titolo di Contessa (mpr.) per lei e di Conte per il marito.
Inoltre, Simonetta della Posta dei Duchi di Civitella Alfedena (1916-1987), ottiene, con Decreto del 21 gennaio 1999 del Ministro di Grazia e di Giustizia della Repubblica Italiana, l’aggiunta del cognome Gallone di Tricase e di Moliterno (cognomizzazione dei predicati) per i suoi figli.
Il figlio primogenito, Conte Guido Guerri dall’Oro Gallone di Tricase e di Moliterno (1941 - 2019), é “de jure”, 11° Principe di Tricase e 8° Principe di Moliterno (secondo le norme della “Successione femminile Napoletana”). Suo figlio, Conte Simon Guerri dall’Oro Gallone di Tricase e di Moliterno (1985) é attualmente 12° Principe di Tricase e 9° Principe di Moliterno.
I
Clemente GALLONE,
Sacerdote “greco”
I
Cesario GALLONE,
Sacerdote “greco”
I
Mariano GALLONE,
Sacerdote “greco”
I
Angelo I GALLONE,
(+ 1546),
Signore di Tricase,
& Graziosa MECCHI,
(+ 1585)
I
Alessandro I GALLONE,
(+ 1589),
2° Barone di Tricase 1586-1589, 1° Barone di Specchia Gallone,
(per succ. dal fratello Stefano I, (+ 1586), 1° Barone di Tricase 1558-1586),
& 1571 Camilla PISANELLI,
(n. 1549, + 1579)
I
Giovanni Angelo II GALLONE,
(n. 1572, + 1616),
3° Barone di Tricase 1589-1616, 3° Barone di Specchia Gallone,
(per succ. dal fratello Giovanni Battista, (+ 1618),
2° Barone di Specchia Gallone),
& 1596 Silvia TRANE,
(n. 1562c., + 1657),
dei Baroni di Tutino
I
Alessandro II GALLONE,(n. 1598, + 1623),4° Barone di Tricase 1616-1623, 4° Barone di Specchia Gallone,I
Stefano II GALLONE,
(n. 1601, + 1662),
5° Barone 1623-1651
1° Principe di Tricase 1651-1662,
7° Barone di Specchia Gallone,
(per succ. dai fratelli
Antonio Giovanni, (+ 1628),
5° Barone di Specchia Gallone, e Francesco Antonio (+ 1635),
6° Barone di Specchia Gallone),
& 1636c. Caterina GUARINI,
(n. 1616, + 1683),
dei Duchi di Scorrano
I
Alessandro III GALLONE,
(n. 1638, + 1675),
2° Principe di Tricase 1662-1675, 8° Barone di Specchia Gallone, ecc.,
& 1661 Giovanna TRANE,
(+ 1666),
dei Duchi di Corigliano
I
Stefano III GALLONE,
(n. 1666, + 1733),
3° Principe di Tricase 1675-1733, 9° Barone di Specchia Gallone, ecc.,
a) & 1681 Giovanna TeresaCOLMENERO y ARBORIO(n. 1662, + 1703)b) & 1705 Lucrezia
DI CAPUA,
(+ 1744)
a I
Francesco Alessandro GALLONE,(n. 1684, + 1753),4° Principe di Tricase 1733-1753, 10° Barone di Specchia Gallone,ecc.,b I
Giuseppe Domenico
GALLONE,
(n. 1706, + 1766),
5° Principe di Tricase 1753-1766,
11° Barone di Specchia Gallone,
ecc.,
& 1754 Beatrice SERSALE,
(n. 1737, + 1786),
dei Marchesi Sersale
I
Giuseppe Gerardo GALLONE,
(n. 1766, + 1806),
6° Principe di Tricase 1766-1806, 12° Barone di Specchia Gallone, ecc.,
& 1796 Maria Emanuela PIGNATELLI,
(n. 1775, + 1818),
Erede dei Principati di Moliterno e di Marsiconovo
I
Giovanni Battista GALLONE,
(n. 1800, + 1868),
7° Principe di Tricase 1806-1868, 4° Principe di Moliterno 1848-1868,
6° Principe di Marsiconovo 1848-1868,
& 1818 Maria Felicia STATELLA,
(n. 1801, + 1846),
dei Principi di Cassaro
I
Giuseppe GALLONE,
(n. 1819, + 1898),
8° Principe di Tricase 1868-1898, 5° Principe di Moliterno 1868-1898,
7° Principe di Marsiconovo 1868-1898, Conte di Nociglia,
Senatore del Regno d’Italia 1861,
& 1847 Antonietta MELODIA,
(n. 1829, + 1924),
dei Baroni di San Pietro in Melicozza
I
Pietro Giovanni Battista “Gino” GALLONE,
(n. 1855, + 1931),
9° Principe di Tricase 1898-1931, 6° Principe di Moliterno 1898-1931,
8° Principe di Marsiconovo (ceduto) 1898-1931, Conte di Nociglia,
& 1925 Giuseppina MONCADA,
(n. 1860, + 1946),
dei Principi di Paterno’
I
Maria Bianca GALLONE,
(n. 1895, + 1982),
10° Principessa di Tricase 1931-1982,
7° Principessa di Moliterno 1931-1982,
& 1915 Augusto III DELLA POSTA,
(n. 1890, + 1970),
7° Duca di Civitella Alfedena 1944-1970
I
Simonetta DELLA POSTA,
(n. 1916, + 1986),
dei Duchi di Civitella Alfedena,
& 1939 Aldo GUERRI DALL’ORO,
(n. 1913, + 2004),
Conte Guerri dall’Oro
I
Guido GUERRI DALL’ORO GALLONE,
(n. 1941, + 2019),
Conte Guerri dall’Oro,
11° Principe di Tricase 1982, 8° Principe di Moliterno 1982,
& 1971 Jeanine SCHNEIDER,
(n. 1945)
I
Simon GUERRI DALL’ORO GALLONE,
(n. 1985),
Conte Guerri dall’Oro, 12° Principe di Tricase, 9° Principe di Moliterno,
& 2017 Coline MOREL,
(n. 1986)
I
Léon GUERRI DALL’ORO GALLONE,
(n. 2018),
Conte Guerri dall’Oro, 13° Principe di Tricase, 10° Principe di Moliterno
Titoli nobiliari dei GALLONE
Principi di Tricase,
Principi di Moliterno,
Principi di Marsiconovo (ceduto)
Baroni di Caprarica,
Baroni di Tutino,
Baroni di Depressa,
Baroni di Principiano,
Baroni di Nociglia,
Baroni di Bernarda,
Baroni di Luforni,
Baroni di Supersano,
Baroni di Belvedere,
Baroni di Picerno,
Baroni di Sarcuni e San Chirico Raparo,
Baroni di Foresta e Torricella.
I Possedimenti e i Feudi dei GALLONE
La questione del Regio Assenso nella legislazione nobiliare napoletana
Secondo una tesi largamente diffusa ma erronea, il Regio Assenso sarebbe stato sempre necessario nella trasmissione ereditaria dei titoli nobiliari, specie nel caso di trasmissione per linea femminile. In realtà, il Regio Assenso non era necessario, ne' richiesto, nel caso della semplice trasmissione del titolo, quando esso fosse divenuto solo onorifico, ovvero svuotato del suo legame con un bene feudale, come nei casi di successioni in seguito alla vendita del feudo con la formula "extincto seu retinenti titulo".
Infatti, tale trasmissione costituiva un diritto perfetto, che non necessitava di nessuna conferma, ma poggiava la sua legittimità sulla normale successione ereditaria di padre in figlio (o di padre in figlia, o di madre in figlio / figlia, nel caso del Regno di Napoli dov'era in vigore la Successione femminile napoletana) che fosse appunto coerente con le leggi successorie in vigore all'epoca della successione stessa del titolo.
La giurisprudenza nobiliare antica e moderna, compresa quella dell'Italia Repubblicana (cf. Documento annesso), è concorde nel ritenere che nelle antiche Provincie Napoletane, fino alla Legge di abolizione della feudalità (1806), non era necessario alcun provvedimento formale per la trasmissione del solo titolo, ne' per linea maschile, ne' per linea femminile.
Dopo il 1806, quando i titoli nobiliari furono ridotti a mere distinzioni onorifiche ed a semplici aggiunte al nome di famiglia, non occorreva più l'investitura personale, siano i titoli trasmessi per linea maschile che per linea femminile.